Innanzitutto bisogna specificare che non ci troviamo di fronte ad un cambio di proporzioni gigantesche, ma si tratta semplicemente di un restyling del modello dell'anno scorso. Sono visibili delle leggere modifiche su una scarpa che già di per sé funzionava benissimo. Il primo elemento che è stato modificato è la tomaia, su cui troviamo l'Hybridtouch, non più il 2.0 e un materiale leggermente più morbido e malleabile rispetto a quello della generazione precedente, senza grandi cambiamenti insomma. Condiziona quest'aspetto anche la modifica della strikeskin che smette di essere così “mania style” e si perfeziona un po'.
Nonostante questo perfezionamento, non perde né grip né consistenza al tatto trattandosi senza ombra di dubbio di una delle scarpe più aderenti sul mercato con un “elemento predator” che continua ad allungarsi fino alla linguetta come nella generazione precedente.
Le sensazioni al tatto pertanto non cambiano molto. È, però, vero che risultano più comode soprattutto quando si piega la scarpa tenendo in considerazione che, per via della “strikeskin” più sottile, le scarpe si piegano meglio e in generale risultano leggermente più comode.
Se ci concentriamo sulla suola, è possibile notare che è esattamente la stessa della generazione precedente. Infatti è una suola che piace tanto, poiché costituisce un compromesso fra il grip aggressivo e la comodità tanto apprezzata da giocatrici e giocatori. La pianta continua ad essere intermedia essendo così adatta ai piedi sottili (in particolar modo la versione senza linguetta) ed è una scarpa che dopo pochi utilizzi si adatta perfettamente a chi la indossa.
In conclusione troviamo un leggero restyling che, però, risulta pazzesco ed è praticamente un acquisto sicuro grazie ad una colorazione Champagne, sempre vincente in Predator e per cui non servono parole. Predator continua ad essere top.